Sabrina Ferilli (Magazine – marzo 2007)

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Sabrina Ferilli, 42 anni, è un’attrice e una militante di sinistra. Ma non è un’attrice militante. Nel senso che tiene separati il lavoro e la politica: ha sempre vissuto come tragedie le sconfitte elettorali dell’Ulivo, ma non ha avuto problemi a interpretare una partigiana che durante la Resistenza si innamora di un ufficiale nazista. Lo ha fatto in Oltre le frontiere, un film del 2003. E oltre le frontiere (delle nostre parrocchiette politiche) Sabrina si è catapultata pure per scegliere il proprio compagno: da un anno, sta con Flavio Cattaneo, amministratore delegato delle reti elettriche nazionali (Terna), che in passato ha guidato la Fiera di Milano e la Rai in quota centrodestra. Liaison bipartisan.
Sabrina, che è stata allo stesso tempo la donna più desiderata dagli italiani e la più amata dalle casalinghe, continua ad essere una specie di madrina della Quercia. Interprete sexy-ruspante di una strana ortodossia dalemian-ulivista: fatta di calendari, di romanità, di fedeltà assoluta al leader Massimo, di passione per il carisma cofferatiano e di affetto per il progetto prodiano di governo. Durante la manifestazione oceanica della Cgil del 23 marzo 2002, quando Ferilli arrivò sotto al palco su cui trionfava Cofferati, si sentì gridare «Sergio e Sabrina… fateci sognare». Nel 1997, mentre un sondaggio tra gli appassionati di videogiochi indicava come scenario ideale una spiaggia su cui Sabrina corre per scappare ai fan che le vogliono strappare il costume, lei si affacciò sugli schermi per lanciare un appello politico-carrambesco. Fausto Bertinotti, allora leader di Rifondazione comunista, minacciava di mandare a casa Prodi. Allora Ferilli, fissando la telecamera, esclamò: «A Fausto, ripensace». Dieci anni dopo, alla vigilia dell’ultimo voto di fiducia per il governo del Professore, Adriano Sofri, sul Foglio, ha invitato Sabrina a inviare una lettera al senatore Franco Turigliatto, per convincerlo a non affondare l’Unione.
Ferilli, l’ha inviata quella lettera?
«No. Anche perché con Fausto non è che funzionò un granché. Certo io un suggerimento per certi senatori ce l’avrei».
Quale?
«Le pasticchette di fosforo. Le uso anch’io. Aiutano».
Ora la crisi sembra rientrata. Lei però qualche mese fa ha scritto una lettera sull’Unità per criticare il governo Prodi.
«Baccagliavano troppo. Litigavano tra alleati».
Scrisse: «La comunicazione va messa in mano a dei professionisti».
«Intendevo dire che serviva una voce unica, limpida».
È stata accontentata: l’undicesimo dei dodici punti essenziali della seconda giovinezza prodiana parla proprio di un portavoce unico dell’esecutivo. Lei ha criticato pure l’indulto.
«Perché è stata una falsa partenza: un governo si può presentare con l’indulto come biglietto da visita?».
Lo chieda al suo compagno Cattaneo. Lui ha messo Clemente Mastella in cima ai suoi ministri preferiti.
«Anche Flavio non ha apprezzato l’indulto pasticcione».
L’invettiva ferilliana contro i manager pubblici milionari, invece, Cattaneo l’ha gradita?
«Mica mi riferivo a lui. Parlavo di quelli che fanno fallire le aziende di Stato. Secondo me, chi non è capace non deve toccare i soldi pubblici».
Lei è di sinistra. Cattaneo dovrebbe essere un nemico.
«Non scelgo gli amici per come votano. Avere la tessera dei Ds in tasca non garantisce serietà. Flavio è corretto, onesto e affidabile. Più di me. Non è affatto un nemico».
Quando lui era direttore della Rai la trasmissione Raiot di Sabina Guzzanti venne cancellata.
«Flavio è in buoni rapporti con la Guzzanti».
Davvero?
«La Rai di Cattaneo ha concesso le immagini necessarie per realizzare Viva Zapatero. Da quel film si capisce che Guzzanti non ritiene Flavio responsabile della censura».
Con Cattaneo discutete di politica?
«Su certe cose mi dà retta. Su altre mi fa notare i preconcetti della sinistra».
Quali preconcetti?
«Quello di considerare il denaro un mostro, per esempio. E cià raggione. Tra l’altro io sono lontana dalla sinistra che voleva crocifiggere Fassino per quella storia della banca».
Se è per questo lei ha anche detto che Primo Greganti, l’omertoso compagno G., è un uomo ideale. Per la sua fedeltà al partito.
«Confermo. Greganti è un uomo. Punto».
È vero che ogni tanto Cattaneo non capisce le sue espressioni romanesche e le chiede una traduzione?
«Gli ho appena spiegato che cosa vuol dire Ciao core».
Come lo ha tradotto?
«A bello, svejate che la guera è finita».
Dal romanesco al romanaccio. Non una grande traduzione.
«Lui ha capito».
Frequenta gli amici destri di Flavio?
«Usciamo poco».
Con Ignazio La Russa di An qualche volta ci ha cenato.
«Un paio di sere al massimo. La moglie è molto simpatica e ospitale. Lui è spontaneo e brillante».
Ferilli frequenta pure la casa di Emilio Fede.
«In realtà conosco bene la moglie, Diana De Feo. Fede è uno dei giornalisti televisivi più coerenti».
È un devoto berlusconiano.
«Lo dice lui stesso. E si mette in gioco con le sue idee. Invece molti suoi colleghi, di sinistra e di destra, si piegano alle pressioni politiche e poi fanno finta di essere liberi».
Maurizio Gasparri, collega di La Russa, una volta ha detto che se Dario Fo ha vinto il Nobel, allora si può dare l’Oscar alla Ferilli…
«Oppure si può dare un ministero a Gasparri».
La Russa a parte. A cena col nemico.
«Scelgo Giorgia Meloni, la giovane parlamentare finiana. Si vede che è tosta e preparata. Io ho lo stesso slancio per la politica».
Come le è venuto?
«Papà lavorava per le Botteghe Oscure. Conosceva Enrico Berlinguer ed è stato segretario di Maurizio Ferrara».
Padre del direttore del Foglio, Giuliano…
«Sì. A dieci anni passavo le domeniche vendendo l’Unità porta a porta. Vivevamo a Fiano Romano, in una casa in mezzo a una vigna. La sera spiavo le cene di mio padre. Ogni tanto veniva pure Pietro Ingrao».
Iscritta al Pci?
«Per qualche anno ho avuto la tessera della Federazione giovanile».
E ha mai pensato di fare politica per mestiere?
«No. Se non avessi fatto l’attrice probabilmente sarei diventata logopedista».
È vero che nei contratti pretende una clausola che le permetta di andare a votare in caso di elezioni?
«È vero. Alle ultime politiche, con quei risultati in bilico per poco me moro».
Era con Cattaneo quella sera?
«No. Con mio padre, che ha 72 anni. Era venuto apposta da Fiano con il suo maglioncino rosso e la bandiera per festeggiare in piazza. Alla fine, dato che i risultati non arrivavano, se ne è tornato a casa».
Miti politici del passato?
«Enrico Berlinguer su tutti. Ricordo i funerali. L’abbraccio e le lacrime di papà».
Una donna?
«Nilde Iotti».
La Iotti del Terzo millennio? Una leader che le piacerebbe vedere alla guida del centrosinistra?
«Rosy Bindi. Mi piace molto».
Bindi è la madre dei Dico.
«Io sono favorevole ai Dico, anche se non ho capito perché c’era tutta ’sta fretta di proporli. Come se non sapessimo che poi dall’altra parte del Tevere…».
Che cosa pensa delle pressioni vaticane? Lei durante i referendum sulla fecondazione assistita, di cui tra l’altro era testimonial, criticò il cardinal Camillo Ruini.
«Le ingerenze della Chiesa sono sconvolgenti. Sembra di essere in piena Controriforma. Dopodiché…».
Dopodiché?
«Non si può andare avanti solo coi Pacs o i matrimoni gay. Bisogna anche governare, fare, risolvere i problemi dei cittadini. A Bologna, Sergio Cofferati…».
…ha qualche problema con gli alleati di Rifondazione comunista.
«Sì, ma sta facendo un lavoro egregio sulla legalità».
Lei ha detto: Cofferati è come Totti.
«Sono entrambi capitani coraggiosi».
Ma non era dalemiana?
«E che c’entra? D’Alema è il maximus. È il leader che vorrebbero avere tutti».
Allora giochiamo. Delete: cancelli un numero di telefono dalla rubrica del suo cellulare. Elimina D’Alema o Cofferati?
«Nessuno dei due. Non posso proprio… Non ce la faccio».
Cancella Romano Prodi o Walter Veltroni?
«Veltroni. A Prodi, poveretto, bisogna stargli vicino. In un momento così complicato… Mio padre m’ha fatto una capoccia così con la solidarietà tra familiari. Con i miei due fratelli siamo un clan».
Turigliatto o La Russa?
«Vale lo stesso discorso fatto per Prodi. Al povero Turigliatto gli danno tutti contro, quindi…».
Marco Follini o Fausto Bertinotti?
«Cancello il numero di Bertinotti. E quello di Follini me lo segno dieci volte. Ha presente l’agendina di Carlo Verdone nel film Un sacco bello?».
Lo stesso numero per due voci: «Stadio Olimpico» e «Olimpico stadio».
«Io metto Marco Follini, Follini Marco, F.M…».
D’Alema o il Pupone Totti?
«Lei mi vuole male: le domeniche cancello il numero di D’Alema. Il resto dell’anno quello di Totti».
Non vale.
«Eddai. Per una volta…».
Massimo Ghini o Claudio Bisio?
«Arieccolo. Piuttosto che scegliere butto il telefono».
Con Bisio ha appena realizzato un film per la tv.
«Nino. È la storia di due truffatori sfigatissimi che per sbaglio rapiscono un bambino. Loro pensano di essere come Diabolik ed Eva Kant, in realtà assomigliano a Gianni e Pinotto. È una classica commedia all’italiana. Da un paio d’anni metto in programma solo ruoli comici».
Perché?
«Tutti dicono che a quarant’anni bisogna fare bilanci e razionalizzare la propria carriera. Io, dopo una vita disciplinata, ho voglia di divertirmi. Mi sento adolescente…».
Gli «anta» non pesano?
«E perché dovrebbero? Quando una sta così in forma…».
Se lo dice da sola?
«Me la canto e me la suono. Sensazionale, no?».
Sempre con Bisio è stata protagonista dell’ultimo lavoro natalizio di Neri Parenti: Vacanze a New York. Quando il film è uscito lei ha difeso i cinepanettoni dagli attacchi dei cinematografari de sinistra un po’ snob.
«Ne ho discusso con lo stesso Bisio. Gli dicevo: “Guarda che è un’occasione unica. È una pellicola per milioni di persone. E nulla ti impedisce di tornare al cinema d’autore”. Si può essere di sinistra senza tessere in tasca e senza criticare le commedie nazional-popolari. Sa che cosa penso?».
Che cosa?
«Che l’atteggiamento di chi si vergogna di quei film ha le sue radici più che nella supponenza, nell’insicurezza, in certi falsi valori. Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni».
C’è chi si vergogna di andare in vacanza in certi posti… Giovanna Melandri…
«Ecco, appunto. Lei mica l’ho capita. Se non faccio del male a nessuno, perché mi dovrei nascondere? Perché mi dovrei vergognare di portare i tacchi alti? Sono ben altre le cose che dovrebbero mettere in imbarazzo attori e politici».
Torniamo al gioco. Ospite di Serena Dandini o di Maria De Filippi?
«Di Maria De Filippi».
Lo dice perché siete socie e insieme progettate programmi per la tv?
«Lo dico perché è una delle persone più corrette che conosca».
La stessa sinistra che critica i cinepanettoni considera De Filippi la regina della tv trash…
«È la prima volta che lo sento. Maria è molto intelligente, altroché».
Vabbé. Ma i tronisti, Uomini e donne, quel programma lì…
«A me non piace. Ma il mio giudizio positivo su Maria non cambia.
Esame di cultura generale. Che cos’è la Consob?
«Quelli che controllano le azioni, la Borsa».
Quanto costa un litro di latte?
«Un euro e trenta».
Che cos’è YouTube?
«Qualcosa su Internet… Iudubb… aspetti… un sito. Un sito di ricerca dove vanno i filmini amatoriali».
En plein. Sicura che non si era preparata le risposte?
«Lo giuro su mia madre».
Ministri e direttori di Festival internazionali hanno fallito. Ferilli, lei è la prima che ha risposto a tutte le domande.
«Pensi come stiamo messi».

LINK:
Ferilli arriva nella saletta dell’hotel di Udine dove l’aspetto per l’intervista. C’è un odore dolciastro di pasticceria. «E che è ’sta puzza? Io vomito se sto qua dentro», dice. Fuori, quindi. Ci appoggiamo a un tavolaccio nella hall. Parte il registratore. Sabrina alterna momenti di italiano sobrio a un fraseggio romanesco-ciociaro. Esattamente come da imitazione di Francesca Reggiani. Chiedo: le piace quell’imitazione? «Mi fa ridere. Ma un po’ mi rode pure il c…». Permalosa? «No. È che quando la vedo con amici e parenti, loro ridono più di me. Si piegano in due dalle risate. Vuol dire che Reggiani becca proprio i miei difetti».

Categorie : interviste
Commenti
miriana sciuto 11 Settembre 2011

ciao sabri sn miriana sono una tua grandissimissimissimissimissimissimissimissimissima fan ti giuro su la cosa ke o più cara al mondo ti voglio tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tnt tntissimo io vorrei avere il tuo numero di casa ma è impossibile il mio sogno è ke tu mi daresti il tuo numero di tele cosi quando risponderai ti potrò sentire 🙂 ti voglio tanto bn ansi no ti amo (di bn) da miriana aspetto con tanta felicità anke un ciao e basta se tu vuoi ciao tanti baci

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