Simona Ventura (Sette – gennaio 2012)

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Simona Ventura, 46 anni, da più di venti in tv, ha attraversato tutti i continenti catodici (Tmc, Mediaset, Rai) e ora è approdata a Sky. È la regina dell’ultra pop e in nome dello spirito popolare televisivo si fa scivolare addosso qualsiasi critica. Le dicono che non ha fatto grandi studi? Replica: «Sono una donna del popolo». La stroncano per le storture linguistiche o per l’abuso di luoghi comuni? Risposta: «Il mio linguaggio è popolare». Anche per questo, forse, il suo passaggio dalla tv generalista dei grandi numeri a Sky (tv satellitare per abbonati) a qualcuno è sembrato un azzardo. Quando glielo faccio notare sfodera l’aneddoto rivelatore: «Durante la conferenza stampa di X Factor dissi che avremmo raggiunto il milione di telespettatori. Andrea Scrosati, vice presidente di Sky Italia, mi guardò come se fossi pazza. Be’, nell’ultima puntata abbiamo superato quel milione. Come il signor Bonaventura». Provo a titillare l’ego venturiano: «Sei riuscita dove Fiorello non era riuscito. Lui a Sky non fece grandi ascolti». Non ci casca: «Fiorello è il più grande in assoluto. Quando venne a Sky mandò in onda il suo spettacolo teatrale. Se preparasse uno show farebbe il botto». L’intervista si svolge via Skype. Ventura è collegata dalla camera da letto della sua abitazione milanese. Il quadro familiare ha i colori di uno stadio. La showgirl è seduta su un trono tappezzato di scritte che inneggiano al Toro. Il secondogenito Giacomo gongola per la vittoria dell’Inter nell’ultimo derby, mentre il figlio grande, Nicolò, appare e scompare dalla stanza indossando una maglia del Milan. Ventura: «Il calcio ha sempre fatto parte della mia vita. E ogni giorno mi leggo tutti i quotidiani sportivi».
Tornerai a occuparti di goleador anche per Sky?
«Non è previsto».
Però è prevista la conduzione di un talk show.
«Intanto a giugno si riparte con le selezioni di X Factor. E poi sì, con Giampiero Solari, direttore artistico di Sky, stiamo valutando un format pazzesco».
Di che cosa si tratta?
«Di andare contro determinati pregiudizi italiani. Vedrai. Vedrete…».
Nel frattempo…
«Tra poco partirò per gli Stati Uniti. Simona goes to Hollywood. Condurrò lo speciale Sky sugli Oscar».
Da quando sei passata a Sky non fai che parlar bene della tv satellitare. Non sarai troppo aziendalista?
«A me piace settarmi sulla lunghezza d’onda delle aziende per cui lavoro».
Però parli male delle aziende per cui hai lavorato fino a ieri. Della Rai hai detto che va rottamata.
«Ho un ricordo meraviglioso dell’esperienza in Rai. Lì ci sono grandi professionisti. Ma la tv di Stato si deve liberare dal cappio della politica».
Sei favorevole alla privatizzazione della Rai?
«Prima andrebbero sfoltiti i dirigenti: ce ne sono 54, ne bastano 9. Sul mercato, la Rai senza le pressioni della politica potrebbe dire la sua».
Pressioni della politica. Sky negli Usa non è esattamente apolitica.
«Lo so. Fox News è vicina ai repubblicani. Il problema non è lo schieramento politico, ma la maggiore o minore attenzione al prodotto. Fox News o Cnn possono essere politicizzate, ma per le trasmissioni sceglieranno sempre i migliori professionisti. In Rai, la politica spesso ha sacrificato il merito. Sky, oggi, sembra Tmc quando ci sono arrivata nel ’90. O Mediaset dove ho lavorato dal 1994 al 2001. Ora Mediaset… lasciamo perdere».
Non lasciare perdere.
«Non è più l’azienda di una volta».
Le differenze tra Ventura in Rai e Ventura su Sky.
«Sono cambiata in meglio».
Meno urla, meno litigi, meno battibecchi. Ma le solite frasette fatte. Andrea Scanzi sul suo blog le ha elencate: “Mi hai emozionata”, “Ho visto carisma”, “Non mi sei arrivata”. Ti ha definita: l’apo- teosi del chiacchiericcio nazional popolare.
«Odio la puzza sotto al naso. Credo che la democrazia in tv consista nel farsi capire dal maggior numero di persone».
Quelle frasette sono studiate?
«Le sento mie. Se no non potrei pronunciarle: io sono il reality di me stessa. Ma so anche che per parlare al grande pubblico bisogna esprimere concetti semplici. Me lo ha insegnato Tito Stagno, quando ho lavorato con lui alla Domenica Sportiva. Lui mi ha anche insegnato a parlare mentre gli altri respirano. Per non creare accavallamenti».
Da veterana del giornalismo sportivo: meglio Paola Ferrari, che conduce la Domenica Sportiva o Ilaria D’Amico, star di Sky Sport?
«Sono brave entrambe. Ma Paola la conosco da più di vent’anni. Mi ha dato anche una mano agli esordi».
Come?
«Paola era nella giuria del concorso Ragazza ideale d’Italia. Io ero in gara. Mi notò e mi fece approdare nella redazione sportiva di Telenova. Ero una ragazzina. Il sostegno tra donne esiste».
Ragazzini. Chi è l’erede di Simona Ventura in tv?
«Non c’è, eheh».
Ci sarà qualche giovane collega che ritieni abbastanza brava.
«Ci sono molte ragazze che stanno facendo bene la loro gavetta: Silvia Toffanin, Ilary Blasi, Veronica Maia… Laura Barriales… Michelle Hunziker che è un passo avanti e sta facendo una gran gavetta, Caterina Balivo…».
Di Caterina Balivo hai detto: «Ha fatto un po’ troppo la furbetta del quartierino».
«Abbiamo chiarito».
Di Victoria Cabello hai detto che è brava, ma che se tu avessi fatto l’8% di share come sta facendo lei, ti avrebbero crocifissa.
«È la verità. Quelli che il calcio è una trasmissione difficile. Victoria ne verrà fuori bene».
Di Cabello però si scrive che a differenza di te riesce a mischiare l’alto e il basso.
«A me sembra che stia facendo le cose che facevo io. Ripercorre i miei passi e questo mi fa piacere».
Hai una parola buona per tutti.
«A star zitti dopo un po’ si passa per fregnoni. Ma ora sono in stato di grazia, quindi non ricordo di chi ho parlato recentemente».
Te lo ricordo io: di Monica Setta hai detto che è arrivata in Rai facendosi imporre dall’ex direttore Massimo Liofredi.
«Mi vuoi far sparare sulla croce rossa?».
Di Liofredi hai detto che è stato il peggior direttore di Raidue di tutti i tempi.
«Non sono solita calpestare chi sta nella polvere. Sono leale. È passato molto tempo. Ora voglio giocare nel mio campionato».
Chi gioca nel tuo campionato?
«Antonella Clerici, Maria De Filippi, Milly Carlucci, Mara Venier…».
Mara Venier è tua suocera.
«Non esattamente».
È la moglie del padre del tuo com- pagno Gian Gerolamo Carraro.
«La chiamo “suoceretta”. Ma prima di tutto è una mia amica da quindici anni».
Eravate insieme nella scuderia di Lele Mora. Mora ora è in galera.
«Mi piacerebbe contattarlo, ma non vorrei nuocergli. Non capisco questo accanimento contro di lui».
È condannato per bancarotta ed è stato indagato per favoreggiamento della prostituzione. Da molti è considerato uno dei mali della tv italiana.
«È stato il mio agente per molti anni. Anni meravigliosi. Siamo cresciuti insieme. Con lui c’era un clima molto casalingo: Lele preparava la pasta nella sua casa di Verona, era sempre disponibile… Poi in agenzia sono cominciati ad arrivare personaggi che non avevano nulla a che fare con la professionalità del mondo dello spettacolo».
A cena col nemico?
«Con Silvio Berlusconi, per farmi due risate».
L’hai mai conosciuto?
«Certo. È stato per anni il simbolo di quello che voleva essere l’uomo italiano. Poi si è superato un limite».
Limiti. Marco Lillo del Fatto ti intervistò per farti notare che la “tua” Isola dei famosi sembrava una dépendance di Arcore. E cioè il luogo dove Berlusconi piazzava le sue ospiti predilette.
«Gli risposi che era vero il contrario e cioè che Arcore sembrava la dépendance dell’Isola».
L’Isola di Vladimir Luxuria. Come sarà?
«L’Isola di Vladimir e Savino me la gusterò dal divano di casa».
Tu manderesti mai i tuoi figli a un reality?
«Se potessi dargli un’occhiata, sì».
È vero che hai preso in affido Caterina, la tua figlia più piccola?
«Sì. E grazie a lei ho conosciuto la casa famiglia “Segno di Montefiore Conca”, con bambini dagli zero ai quattordici anni. È una realtà di cui mi sono innamorata e una struttura che cerco di aiutare».
Questo tuo “lato umano” serve a compensare quello della star.
«Vivere la normalità dei rapporti familiari è sempre stata la mia salvezza. Se no impazzirei».
È vero che sui luoghi di lavoro fai pesare il tuo essere una super big della tv? Arrivi quando vuoi…
«Sui ritardi sto migliorando. Per il resto non faccio pesare il mio status: sono semplicemente un po’ autoritaria e molto professionale».
Qual è l’errore più grande che hai fatto?
«Ho dato fiducia a chi non la meritava».
La scelta che ti ha cambiato la vita?
«Trasferirmi, giovanissima, a Roma, per fare la valletta di Magalli a Domani mi sposo. Mia madre fece un po’di resistenza. Mi piazzò in una camera ammobiliata da una signora di 85 anni molto autoritaria».
Elsa Fornero ha detto che non vuole essere chiamata “la Fornero”. Tu come vuoi essere chiamata: Ventura o “la Ventura”?
«La Simo. Ma nell’ambiente mi chiamano Miranda. Ricordi la protagonista di Il diavolo veste Prada?».
Che cosa guardi in tv?
«Fox Crime, la tv con i telefilm tipo Csi, e qualche trasmissione che mi risolleva l’umore quando sono a casa di giorno».
Un esempio?
«Forum».
Riecco la pop Simo. Si fa di tutto pur di raggiungere ascolti alti?
«Gli ascolti sono importanti, ma a me interessa soprattutto che una trasmissione diventi cult. Che se ne parli. Che entri nel gergo comune. A me è successo abbastanza spesso».
Che cosa non faresti mai guardare a tua figlia Caterina?
«Lei guarda soprattutto robe di principesse».
Ci sono trasmissioni che consideri diseducative?
«No. E non credo che si debba attribuire alla tv un ruolo educativo. Per quello ci sono le famiglie e la scuola. E poi in tv si riproducono modelli esistenti nella società: non è colpa della tv se esistono maleducazione e violenza».
Modelli esistenti. Un arci-italiana come te come interpreta la tragi-farsa del comandante Schettino, ribattezzato all’estero “capitan codardia”?
«Nella telefonata De Falco-Schettino c’è l’essenza di noi italiani. Molti sono come De Falco, io in primis. Nella codardia di Schettino, però, riconosciamo molti nostri difetti. In linea di massima penso che gli italiani siano meglio di quel che credono di essere».
Il film preferito?
«Blade Runner».
Credevo che mi dicessi Vacanze di Natale a Cortina, l’ultimo cinepanettone in cui hai avuto una parte.
«Non rinnego nulla. E non sopporto la snobberia di chi critica quel genere di film».
Il libro?
«Eheh… qui la cosa è più complicata. In famiglia è mia madre quella che legge molto».
Ci sarà un volume preferito, no?
«L’ultimo che ho letto è stato Le prime luci del mattino di Fabio Volo».
Volo te lo ha regalato scrivendo una dedica beffarda: “Tanto lo so che non lo leggerai”.
«E invece…».
La canzone?
«Domani è un altro giorno di Ornella Vanoni. È una canzone che dà speranza e in diversi momenti della mia vita mi ha dato una mano».
La colonna sonora del tuo sito www.simonaventura.tv però è Tutta donna di Lola Falana.
«È stata per anni il tormentone che cantavo a Quelli che il calcio».
È vero che sul tuo sito vuoi creare una web tv?
«Sì. Credo di essere tra i primi in Italia a sperimentare una tv personale via Internet».
Sai che cos’è Twitter?
«In un mese ho raggiunto più di 140.000 followers, persone che mi seguono».
Conosci i confini di Israele?
«… uhm… la Tunisia?».
No.
«L’Egitto?».
Sì. Quanto costa un pacco di pasta?
«Poco più di un euro».
Conosci l’articolo 21 della Costituzione?
«… Aspetta… Mi confondo sempre con l’articolo 18…».
L’articolo 18 di cui si discute da anni è quello dello Statuto dei lavoratori, non è nella Costituzione.
«Appunto, è quello dei licenziamenti, no?».
Sì. L’articolo 21 della Costituzione, invece, riguarda la libertà d’espressione.
«Ma perché invece di farmi queste domande non mi chiedi qualche ministro?».
Va bene. Chi è il ministro dell’Ambiente?
«Matteoli».
Altero Matteoli è stato ministro fino al 2006.
«Ah, allora Stefania Prestigiacomo».
Lei è stata ministro fino a novembre 2010. Ora il ministro è Corrado Clini.
«Ah, l’ho visto parlare del Concordia… purtroppo».

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